IL PICCOLO PRINCIPE

di Flora Fiori, 1E

Il piccolo principe



“L’ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI”


La storia inizia con l’incontro tra un bambino, il principe di un asteroide chiamato B-612, e un pilota di aerei, precipitato nel deserto del Sahara.
Dalla richiesta di un disegno, inizia il racconto del bambino che spiega all’adulto tutte le stranezze degli uomini che ha conosciuto nei vari pianeti in cui ha viaggiato nello spazio.
Il principe narra di aver conosciuto un re-tiranno che ama dare ordini ai suoi sudditi, sebbene sia l’unico abitante del suo pianeta; un ubriacone che beve per dimenticare l’imbarazzo e la vergogna del suo alcolismo; un uomo d’affari che conta le stelle, credendole sue; un lampionaio che accende e spegne ogni minuto la luce del suo pianeta perché questo gira alla velocità di un minuto al giorno; un geografo che non conosce il suo pianeta perché non ha i mezzi per analizzarlo.
Proprio dall’incontro con il geografo, al principino arriva il suggerimento di visitare la Terra: qui egli si stupisce delle sue dimensioni e della quantità di persone che vi abitano, e qui conosce il serpente che lo riporterà a casa e la volpe dalla quale imparerà il significato dell’amicizia.
Ma il desiderio di tornare a casa è più forte di lui, così – ad un anno di distanza dal suo arrivo sulla Terra – il bimbo chiede al serpente di tornare al proprio asteroide e, dopo aver raccomandato al pilota di guardare le stelle tutte le volte che avesse pensato a lui, sparisce…il pilota lo cerca invano, consapevole che il suo compagno d’avventure e di vita è tornato a prendersi cura della sua rosa.


piccolo principe

In questo romanzo, capolavoro della letteratura per ragazzi, i ruoli dell’educazione si invertono: è dalle parole di un bambino che scaturiscono profondi insegnamenti di vita e quasi l’imbarazzo verso un mondo di adulti in cui trionfano l’egoismo e l’ingiustizia.
Ogni personaggio è se stesso ed anche il simbolo di un “vizio” dell’età adulta: il re, i cui unici improbabili sudditi sono un topo ed il sole, rappresenta la sete di potere che non ha motivo di esistere ed è fine a se stessa; l’ubriacone mostra tutta la fragilità degli uomini davanti ai vizi; il geografo simboleggia tutti coloro che pretendono di sapere, senza avere una reale conoscenza delle cose; il lampionaio è l’archetipo dell’uomo che vive solo ed esclusivamente per il proprio lavoro e che lo esegue senza capirne lo spirito o le ragioni; la volpe rappresenta l’Amicizia, quella che fa dono di sé e consiste nel cambiare insieme per trovarsi vicini; il pilota, simbolo del viaggio che ogni uomo deve fare fuori e dentro di sé, per crescere ogni momento.
Il romanzo mostra, come in una vetrina, tanti “volti” dell’essere adulti ed insieme continua a rimarcare la purezza e lo stupore che solo un animo fanciullo può riuscire a mantenere inalterati: la meta del viaggio è la conoscenza dell’universo fuori di noi ma anche – e contemporaneamente – la comprensione dell’universo dentro di noi, e fra i due universi paralleli l’unico ponte è l’amore.