Prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne

Alunni delle classi 4A e 5A

femminicidioNell’ambito del Progetto di Educazione civica 2021/2022 dal titolo: “L’essere umano ha il diritto di vivere con dignità ed essere felice” noi alunni delle classi 4 A e 5 A abbiamo incontrato l’1 e il 15 dicembre la Dott.sa Laura Vaccaro, negli anni Procuratore aggiunto presso il tribunale per i minorenni di Caltanissetta, dal 2020 presso il Tribunale di Palermo coordina il Dipartimento "Fasce deboli", ed impegnata anche nelle inchieste contro la mafia.  
A nostro parere, abbiamo interagito con una donna con la D maiuscola che, nonostante sia stata più volte oggetto di minacce da parte della mafia, non si è mai arresa ed ha continuato a lottare per quello in cui credeva e crede tutt’ora. 
La dott.ssa Vaccaro oltre a parlare della sua esperienza sul campo, ha trattato temi prettamente legali come la convenzione di Istanbul, il Decreto in materia di femminicidio, il Codice Rosso, per farci comprendere come prevenire i reati, punire i colpevoli e proteggere le vittime.
Grazie a questi incontri è cresciuta in noi la consapevolezza che, all’interno di un qualsiasi rapporto di coppia, non può essere tollerata alcuna forma di violenza; e che le vittime devono avere il coraggio di denunciare perché ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne. Amare qualcuno significa volere la sua felicità; quindi ogni atto che può provocare sofferenza fisica e/o psicologica e che va ad intaccare, anche minimamente, la dignità di una donna non può essere definito amore, ma è soltanto un meschino tentativo di celare, dietro la violenza, la propria incapacità di stare bene con se stesso.
Questi incontri ci hanno fatto riflettere sulla necessità di un urgente e radicale cambiamento della società moderna improntata, ancora oggi, su concezioni evidentemente maschiliste.

Laura VaccaroA margine di questo articolo, pubblichiamo alcune delle domande che abbiamo fatto alla Dott.ssa Vaccaro:

1.Come mai sentiamo sempre più parlare di violenza sulle donne e meno sugli uomini?
La violenza sulle donne è un fenomeno statisticamente significativo, sugli uomini no anche se può capitare ed esistono alcuni episodi. Quando parliamo di violenza di genere sappiamo che c’è una problematica di tipo sociale e culturale che connotiamo come “fenomeno”. La violenza sulle donne è un “fenomeno significativo” in quanto è rivolta alle donne semplicemente per il fatto di essere tali, quindi ha una connotazione culturale.

2. Da cosa nasce il sentimento di odio nei confronti della donna da parte dell’uomo?
Il problema è sia sociale che culturale ed ha le sue radici nell’educazione che certi uomini ricevono. Purtroppo nella nostra società ci sono ancora degli stereotipi culturali che non possono più essere accettabili, l’uomo lasciato teme il giudizio degli altri. Oggi la donna studia ed ha il diritto di realizzarsi sia nel lavoro che nel rapporto alla pari con l’uomo. Bisogna, quindi, cambiare il modo di pensare la relazione con l’altro sesso.

3. Nella sua esperienza di Magistrato quale frase detta da un uomo le è rimasta più impressa?
Una frase significativa non l’ho sentita pronunciare da un uomo ma da una donna: l’avvocato Tina Lagostena Bassi. Agli inizi degli anni ’70 l’avvocatessa difendeva una ragazza vittima di stupro e la sua difesa ha fatto la storia, attivando un percorso che ha portato oggi ad una maggiore attenzione nei confronti delle vittime. “La donna non è un oggetto…. Prendo atto che ancora la difesa dei violentatori considera le donne come oggetti…” (dal video reperibile su YouTube: “Processo per stupro quando i talebani eravamo noi”). In questi tipi di processi la donna viene trasformata da vittima ad imputata. Ad oggi, però, molte cose stanno cambiando e si pone di più l’attenzione alla vittima.

4. In un processo per violenza o maltrattamenti gli avvocati non dovrebbero rispettare parametri più moderni?
Le regole ci sono e sono ben definite. L’avvocato fa la domanda e, prima che la vittima risponda, il PM può opporsi. Sarà il Presidente a decidere se ammettere o no la domanda. Nella nostra Costituzione l’articolo che riguarda il giusto processo è, però, incentrato più sull’imputato e la vittima non viene menzionata. È necessario dare alle donne il potere di avere diritti senza per questo subire violenze. Anche in un processo una donna deve avere il diritto di essere tale senza, per questo, essere discriminata. Bisogna, quindi, arrivare a questo tipo di conquista però meno donne denunciano più permettiamo alla mentalità maschilista di affermare il proprio potere.

5. Nei processi influisce anche la posizione sociale dell’uomo?
Tutti sono sottoposti a uguale processo in Tribunale. Spesso, nel caso di personaggi famosi, può innescarsi anche il processo mediatico che può portare alla denigrazione della vittima. Questo mi lascia sempre sconcertata perché le scelte sessuali di una donna non devono influire sul fatto di subire violenze. Una prostituta, allora, deve essere violentata?

6. In una relazione può esistere quella che viene comunemente chiamata “sana gelosia”?
In un rapporto paritario tra uomo e donna non deve esserci una posizione di dominio dell’uomo sulla donna, per cui lui può fare delle cose (uscire con gli amici, etc,) lei invece no. Quando ci sono differenze di posizioni come queste dobbiamo già preoccuparci e non si può parlare di “sana gelosia”. Se in una relazione uno dei due ha più potere dell’altro questo può diventare pericoloso perché può progressivamente portare a privare l’altro della sua libertà. La cosa più sana in una relazione è la fiducia.

7. Perché chi commette un omicidio e si comporta bene in prigione ha uno sconto di pena?
Se si tratta di un femminicidio scattano le aggravanti e quindi l’ergastolo. Gli sconti di pena vengono concessi dal Giudice di sorveglianza che valuta tutte le condizioni, se concedere dei benefici alla persona che è in carcere e se questa persona sta realmente avviando un percorso di riabilitazione. Lo Stato Italiano è uno Stato democratico che non si basa sulla vendetta ma sulla giustizia. La pena deve avere una funzione rieducativa e restituire alla società persone migliori di quando sono entrate in carcere.

8. Perché gli uomini sempre più spesso non uccidono le donne che li hanno lasciati ma uccidono i figli?
In queste persone è molto forte l’idea del possesso, rispetto alla donna pensano: “se non possiedo te io decido e ti dò un dolore tanto grande da toglierti ogni elemento di felicità”. Molte volte gli avvocati difensori si appellano all’incapacità di intendere e di volere, ma adesso nei processi si interpella uno psichiatra che sottopone la persona a test e colloqui. Se la persona viene dichiarata pericolosa scattano le misure psichiatriche. Nella maggior parte dei casi, però, sono capaci di intendere e volere ed hanno preso una decisione criminale.