COVID-19: VERITÀ O COMPLOTTO?

Lucia Castelli V Z

verità o complottoIl 31 dicembre 2019 la Commissione Sanitaria Municipale di Wuhan (Cina) ha informato l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) a proposito del numero crescente di casi di polmonite, di provenienza ignota, nella città di Wuhan, nella provincia cinese di Hubei. In seguito, il 9 gennaio 2020, il CDC cinese ha riferito l'identificazione di un nuovo Coronavirus, precisamente chiamato SARS-CoV-2, causa della malattia respiratoria denominata Covid-19. Da quel momento, si è verificato un crescendo di disinformazione che ha raggiunto livelli inauditi tra la popolazione, facendo sì che si creassero falsi miti e convinzioni non appurate dalla scienza. Il nuovo virus, con il suo arrivo nel nostro Paese, si è infiltrato nelle nostre vite, nei nostri spazi, nelle nostre relazioni interpersonali, conquistando le prime pagine di giornali, i siti web e i telegiornali. Col passare del tempo, si è creato un allarme tra la popolazione in continuo sviluppo, che sfugge alla possibilità di essere controllato. Si fanno spazio numerose fake news che fomentano gli animi già provati di chi preferisce affidarsi a speculazioni non accertate piuttosto che a opinioni trasmesse dalla scienza e dalle autorità competenti. Ritrovandosi catapultati in una realtà mai vissuta, alcune persone colte da uno stato d'ansia e d'angoscia, tendono erroneamente a farsi convincere da teorie di cospirazione fondate sul nulla che prendono piede velocemente, in una società sempre allertata e intimorita da questo 'nemico invisibile'.

OMS: ECCO COM'E’ NATO IL VIRUS
L'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Salute, afferma con certezza di conoscere la vera provenienza del virus, ponendo fine ai vari dibattiti e alle varie teorie diffuse. Dichiara, infatti, che il COVID-19 proviene dagli animali e che non vi è nessuna prova di manipolazione in laboratorio, smentendo di fatto le teorie che sostengono che il virus sia stato creato dall'uomo e che sia sfuggito dal centro di ricerca di Wuhan. Per darne una prova, molti scienziati hanno appurato che non esiste nessun tipo di somiglianza tra il nuovo virus e un qualsiasi altro, dunque la manipolazione deve essere esclusa. Durante un briefing informativo a Ginevra, una delle portavoci dell'OMS, Fadela Chaib, con testuali parole ha affermato: "Tutte le prove disponibili indicano che il Coronavirus non è stato manipolato o costruito in laboratorio né da nessuna altra parte" e ancora "Riteniamo quindi molto probabile che il virus sia di origine animale e che abbia il suo serbatoio ecologico nei pipistrelli".
Chaib ha, inoltre, aggiunto che non è ancora certo come il virus sia arrivato agli esseri umani, ma palesemente vi è stato un ospite animale intermedio ancora da delineare. Analizzando il genoma del nuovo Coronavirus, gli studiosi hanno carpito due informazioni:
1. il virus è mutato all'interno del corpo umano per legarsi ai recettori delle cellule umane;
2. la mutazione è avvenuta in un altro animale.
Nonostante la presenza di svariate prove a favore della teoria dell'OMS, molti rimangono scettici sull'argomento, abbracciando la possibilità di una cospirazione basata solamente sull'angoscia provata. È dunque molto facile che il terrore dato da un virus nuovo e sconosciuto, che sta devastando il nostro mondo, ci porti a voler trovare a tutti i costi un colpevole cui attribuire il disagio. Bisogna, inoltre, aggiungere che vengono ipotizzate delle accuse all'OMS, la quale avrebbe apparentemente la colpa di essere filocinese e d'essere, quindi, complice dell'insabbiamento dei primi casi in Cina.

WUHAN: VIRUS SFUGGITO DAL LABORATORIO
Accertata su basi scientifiche la teoria dell'OMS, non ci resta che proporre una carrellata di vari complotti e cospirazioni diffusi in questo periodo di pandemia mondiale. Tra le più gettonate, vi è proprio quella che ipotizza che il Coronavirus sia sfuggito da un laboratorio a Wuhan (Cina), con il conseguente insabbiamento da parte del governo cinese. Essa circola sui social media e su vari blog da settimane, ma ha guadagnato una notevole visibilità a causa di un articolo del "New York Posť" pubblicato alla fine di febbraio e ripreso da alcune testate online. Nell'articolo, il sociologo Steven Mosher, spiega il motivo per cui ritiene che la SARS-CoV-2 potrebbe essere stata diffusa dall'istituto di virologia di Wuhan, il ‘National Biosafety Laboratory’, dove alcuni ricercatori studiavano i coronavirus dei pipistrelli, per un incidente. Nell'articolo, Mosher allude a diversi ragionamenti che dovrebbero comprovare la sua teoria, vale a dire che il laboratorio dista pochissimo dal mercato del pesce dove è stato scoperto il primo gruppo di casi COVID-19 e che dopo l'epidemia di SARS del 2003, il virus sia sfuggito dai laboratori di virologia più volte in Cina. Inoltre, dichiara che il generale Chen Wei, virologo cinese, esperto di armi biologiche, si è recato all'Istituto a gennaio con degli scienziati militari. A confutare la suddetta teoria molte personalità, quali il direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma, che la ritiene poco verosimile poiché tutte le procedure svolte in un laboratorio sono tese a minimizzare i rischi e gli operatori lavorano con grande precisione. Inoltre è interesse della comunità scientifica comunicare un eventuale incidente onde evitare il pericolo. Del resto, come ben sappiamo, in passato si sono già verificati incidenti biologici anche con la Sars e la Mers, ed essi sono stati notificati con grande trasparenza e prontezza.

5G: INDEBOLISCE IL SISTEMA IMMUNITARIO
Altra teoria oltremodo discussa è quella del 5G, che viene giustificata con due motivazioni. La prima afferma che il virus indebolirebbe il nostro sistema immunitario, rendendoci più esposti al contagio; la seconda illustra come i batteri riescano a comunicare e a diffondersi più velocemente. Le due teorie esposte sono state prontamente smentite dagli esperti poiché esse non si basano in alcun modo su basi scientifiche e quindi non possono essere considerate veritiere.
Nell'ambito della telefonia mobile cellulare, con il termine 5G (acronimo di 5th Generation) si indicano ‘’le tecnologie e gli standard di "quinta generazione" con prestazioni e velocità superiori a quelli della precedente tecnologia 4G/IMTAdvance’’. Grazie ai diversi studi affrontati dagli scienziati, siamo arrivati alla conclusione che non vi è nessun legame fra la diffusione del virus e la nuova tecnologia, poiché il COVID-19 è un virus che si diffonde tramite il contatto da persona a persona e non certo tramite le onde radio, dunque non ci si può ammalare usando il cellulare o guardando la TV, così come afferma l'ente americano Food and Drug Administration e l’Environmental Protection Agency. Una questione molto discussa tra le teorie per cui il Coronavirus sarebbe causato dal 5G è che il COVID- 19 proviene dalla Cina perché è lì che si trovano la maggior parte delle torri del network del 5G. Tuttavia questa teoria presenta delle falle proprio perché ci sono Paesi, come l'Iran, che non hanno neanche iniziato la sperimentazione del 5G, ma dove il coronavirus ha causato comunque molti contagi. Tuttavia ciò non è bastato a placare gli animi dei complottisti su internet. Anzi, la teoria è stata diffusa da numerose personalità famose, quali l'attore americano Woody Harrelson o le star televisive anglosassoni Jason Gardiner e Amanda Holden, che con il loro potere mediatico hanno contribuito alla diffusione di convinzioni erronee.

BILL GATES: A CAPO DELLA COSPIRAZIONE?
Infine, un’ulteriore ipotesi di complotto diffusasi in questo periodo di psicosi crescente, è quella che dichiara la partecipazione di Bill Gates, imprenditore, programmatore, informatico e filantropo statunitense, nella diffusione del COVID-19. Si mormora che egli possa essere a capo di un piano malvagio volto alla diffusione del virus per trarre profitto personale dal vaccino e usare la pandemia per sorvegliare la popolazione globale. Per questo, come segnala il NYT, c'è chi lo accusa di aver cospirato per fabbricare il virus, di essere parte integrante di una società internazionale che intende sterminare l'umanità o ancora di volere formare una società che vorrebbe impiantare microchip alla popolazione. Da qui si è poi cercato di trovare collegamenti tra gli ingenti investimenti di Gates e la presunta preconoscenza del virus da parte sua. Questa surreale teoria pare sia stata alimentata dal fatto che Gates abbia previsto la pandemia nel 2015 e che abbia stanziato 250 milioni di dollari per un possibile vaccino. La suddetta cospirazione ha preso così tanto piede che pare abbia anche superato per popolarità la teoria del 5G. Bill Gates si è rifiutato di esprimersi a proposito di queste inverosimili teorie, ma Mark Suzman, amministratore delegato della Bill & Melinda Gates Foundation, ha affermato testualmente: "è angosciante che ci siano persone che diffondono disinformazione in un momento in cui tutti dovremmo collaborare e salvare vite". Inoltre, queste teorie pian piano potrebbero danneggiare l'opinione della gente su un futuro vaccino contro il virus e quindi rendere più difficoltosa la sua scomparsa*.

Per concludere, si può affermare che tutti noi viviamo in un Paese nel quale la disinformazione, a volte, raggiunge livelli allarmanti, in un Paese nel quale la gente preferisce dar credito alle dicerie di persone senza scrupoli, dove una bufala riesce a primeggiare sulla verità. L'Italia, così come il mondo intero, sta affrontando un periodo buio, ed incentivare la disinformazione è la cosa più erronea da commettere, poiché essa influenza la mente di chi, in panico, crede ad ogni cosa letta, anche alla più inverosimile. Occorre fare attenzione alle notizie online, alle possibili dicerie non fondate e dare invece affidamento agli enti con competenze quale l'OMS, la quale basa le sue informazioni su ricerche e accertamenti. Dunque combattere la disinformazione è il passo più ragionevole per tranquillizzare gli animi, in questo periodo di assoluta tensione e angoscia, che tutti noi ci auguriamo cessi nel più breve tempo possibile.

*A prova di ciò, nel 2008 un biologo dell’Istituto Zooprofilatico di Palermo affermò che la Natura si stava preparando già allora ad una pandemia con nuovi virus o batteri in grado di difondersi rapidamente. Questo argomento è stato pubblicato in un articolo sul Quotidiano di Sicilia ai tempi della SARS, un parente vicino del Covid 19. Se ne parla dunque da anni negli ambienti scientifici e persino publicazioni importanti lo hanno ripreso più volte.






















































































































































































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