Un anno di pandemia in Francia
Morena Ardito V Z
Come
ormai sappiamo, il Coronavirus o Covid-19, è un virus che colpisce
le vie respiratorie e, compromettendo ormai da un anno le condizioni
di salute della popolazione mondiale, ha causato danni personali,
oltre che sociali e al contesto economico dei vari paesi. In Francia
ad esempio, secondo dei calcoli, il 2020 ha portato il 34% di morti
in più rispetto agli anni precedenti. Ma come ha reagito il governo
francese a questo disastro demografico?
Bisogna, innanzitutto, dire che la notizia del Coronavirus ha
iniziato a diffondersi principalmente in Cina, e durante il primo
mese dello scorso anno sembrava che questa malattia potesse essere
combattuta con più facilità rispetto a quanto, a malincuore, abbiamo
scoperto in seguito. Inoltre, in Francia, come in tutto il resto
dell'Europa, si pensava che la curva dei contagi potesse essere
contenuta e che non si sarebbe affatto trattato di pandemia globale.
Questo è l'esatto motivo per cui il governo francese ha preso
inizialmente, un po' "sottogamba" l'emergenza virus. Il Presidente
Macron non riteneva opportuna inizialmente la chiusura delle scuole
e dare quindi inizio ad un lockdown nazionale. Il piano di Emmanuel
Macron era quanto più volto a non stravolgere la routine dei
francesi, ma soprattutto l'economia.
Il popolo francese non si è sottratto a questa leggerezza nei
confronti del virus, anzi ha quasi deriso e sottovalutato la gravità
del virus e il tasso di mortalità con l’aumento dei contagi. Un
evento che ha fatto il giro di tutti i giornali europei e di tutte
le televisioni è stato la "rivolta dei Puffi", un raduno che aveva
come scopo quello di battere il record di persone vestite da Puffo
in un solo giorno. Le polemiche riguardo questo raduno non sono
tardate ad arrivare su tutti i social, criticando soprattutto la
frase "pufferemo il virus". Insomma, inizialmente i francesi non si
sono curati dell'emergenza, considerando che questo raduno è
avvenuto il 9 Marzo (giorno dell'inizio della quarantena italiana).
Quando il numero dei contagi però ha iniziato a salire, anche la
preoccupazione generale lo ha fatto. Moltissimi giornalisti francesi
che lavorano nel nostro paese hanno chiesto al governo Macron di
rafforzare le misure di sicurezza, "prendendo come esempio
l’Italia"; consigli che in seguito, sono stati seguiti. Infatti,
dopo un confronto generale con tutti i paesi dell'EU, il 17 Marzo
dello scorso anno è iniziata ufficialmente la “quarantena” francese,
con l'obbligo di distanziamento sociale, di indossare le mascherine
e, per le autorità di pubblica sicurezza, il dovere di multare
coloro che non rispettavano le normative; tutto ciò ci ricorda
quello che anche in Italia è avvenuto.
Anche se più in ritardo rispetto all'Italia, Macron ha stabilito la
chiusura delle scuole e delle università (il 13 Marzo) e di alcune
aziende. Nonostante ciò, le decisioni riguardo alla scuola sono
state un po' altalenanti: era prevista una riapertura (solo per
materne ed elementari) l'11 Maggio, riapertura che necessariamente
si è dovuta ancora rimandare. Anche i francesi, come in Italia, sono
si sono divisi sul prolungamento della quarantena, soprattutto per i
risvolti negativi sull’economia e ciò ha creato spesso proteste e
un'aria di caos generale.
In estate la curva dei contagi è scesa e la cosiddetta “fase di
convivenza” con il virus, o fase due, è arrivata anche per i
francesi. Le scuole e i negozi hanno riaperto, rispettando le misure
di sicurezza, e l’illusione di una parvenza di normalità ha creato
un certo ottimismo tra la popolazione.
Ad oggi il mondo, l'Europa e tantomeno la Francia, non si possono
considerare fuori dall'emergenza Covid, ma i numeri parlano chiaro.
A poco più di un anno dall’inizio della pandemia è ormai in atto la
terza ondata di contagi che ha costretto anche la Francia a fermarsi
nuovamente e a rafforzare le misure restrittive e sanitarie in tutto
il paese, come la chiusura delle scuole e delle attività non
essenziali, il coprifuoco serale e i divieti di spostamenti, se non
per motivi urgenti e di lavoro. Come reagiranno i francesi a questo
nuovo lockdown? Anche se bisogna aspettare con molta pazienza il
ritorno ad una tanto attesa normalità, è bene ricordare che,
nonostante i dolorosi provvedimenti abbiano danneggiato seriamente
l'economia, hanno permesso di salvare la vita di milioni di
cittadini in Francia e in tutti i Paesi coinvolti da questa
terribile pandemia.
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Editoriale
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Liricamente in DAD.
Il distanziamento fisico e l’unità esistenziale in tempi di pandemia.
A cura di Maria Patrizia Allotta, Rosaria Cascio, Tommaso Romano
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DIRITTI E
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Recovery fund: cos’è e perché se ne
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combattono contro tutti.
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LE VIOLENZE MORALI e il BULLISMO
FEDERICA CASTROGIOVANNI, MARTA NAPOLI, CHIARA SCHILLACI, ALESSIA LA
ROSA, FRANCESCA BOTTARI classe IIE
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vita Giuliana III D
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Lavori in power
point di:
IV D: Emanuela Di Mariano, Giovanni Palumbo, Valenti Virginia,
Gabriele Calabrò, Marino, Sinagra, Sardisco, 3D: Angelo Calabrò
Campi di sterminio Rosa Napoli e Maria Puccio 4 D LES
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LA VITA AL TEMPO DELLA PANDEMIA
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Gli aspetti
psicologici della pandemia
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Gli effetti negativi
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Un anno di pandemia in
Francia
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SITUACIÓN CORONAVIRUS EN ESPAÑA
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