The prestige

Julian Lombardo II F

the prestigeSiamo nell’età vittoriana, veniamo subito catapultati in quello che era, all’epoca, il mondo della magia e dell'illusionismo come forma d’arte e di intrattenimento, veniamo subito informati della struttura di ogni illusione, nella suddivisione in 3 fasi, ossia; la promessa, la svolta e il prestigio.
Atto 1. La promessa, L’illusionista mostra un oggetto ordinario, nella sua (apparente) semplicità, invitando gli spettatori a verificarne l’ordinarietà.
Atto 2. La svolta, L’illusionista rende quell’oggetto tanto comune, un qualcosa di particolare, facendolo passare dall’ordinario allo straordinario, ma tutto ciò non basta per noi spettatori e l’illusionista lo sa che non basta far sparire qualcosa, ma bisogna pure farla riapparire.
Atto 3. Il prestigio, La parte veramente difficile, la riapparizione dell’oggetto sparito.
Spoiler
Alfred Borden e Robert Angier sono due illusionisti talentuosi ancora all’inizio della loro carriera, durante uno spettacolo, incaricati di verificare l’apparente ordinarietà del trucco e di legare la diva del trucco Julia, come due spettatori casualmente scelti per questo incarico dimostrativo ma tra la monotonia del trucco e la voglia di fare di più per spingersi oltre Julia e Alfred si mettono d’accordo con uno scambio di sguardi per fare un nodo più complicato da slegare in acqua, ed è qui che subentra uno sfortunato evento, Julia non riesce a slegarsi e da dietro le quinte non si riesce a rompere la cassa di vetro dove la diva del trucco stava affogando, morendo così annegata.Un evento che segna le vite di ambedue i protagonisti, Alfred e Robert, da cui nasce un’eterna ed estrema rivalità. Le loro strade si dividono e subentra una giusta e comprensibile ossessione di Robert per una risposta circa quale nodo avesse ucciso sua moglie Julia, solo che neppure Alfred riesce a rammentarne una risposta, finché Robert non attenta alla vita di Alfred durante l’esecuzione di un suo spettacolo sotto camuffamento, da qui il senso di disperazione per aver in qualche modo ucciso Julia muta in un senso di rivalità, di odio e di vendetta nei confronti di Robert che se la cava con l’amputazione del mignolo e dell’anulare sinistro.
Il film prosegue con i tentativi di Robert nell’esecuzione artistica di illusioni migliori di Alfred, che però crea delle illusioni spettacolari, forvianti e che lasciano tutta Londra a bocca aperta, da qui i disperati tentativi di Robert nell’emularlo, e qui vediamo una bellissima contrapposizione di Nolan, da una parte Alfred con un trucco spettacolare che però presenta in modo molto amatoriale, dall’altra Robert, molto più bravo nella presentazione, più a suo agio col pubblico, molto più eloquente che però si perde emulando il trucco di Alfred in modo molto più banale, che non gli permette di godere dell'applauso del pubblico, momenti preziosi per un artista che valgono il lavoro massacrante di mesi e mesi, passarlo sotto il palco su di una sorta di materasso scomodo lo distrugge, mentre la sua copia, il suo sosia ubriacano si prende gli applausi.
Iniziano a sorgere problemi più seri per Robert dopo che Alfred trova il suo collaboratore nonché sosia ubriacone che offrendogli una birra in un’osteria, uno dei luoghi di ritrovo più popolari per la Londra dell’età vittoriana, lo convince facendogli presente del potere che la sua figura aveva sull’attività economia di Robert, e quindi pure sulla sua carriera, al che Robert manda Olivia, interpretata dalla grandissima Scarlett Johansson come sia da Alfred, solo che Olivia, innamorata di Robert finisce per sentirsi usata e ferita dal distacco emotivo di Robert, ma trova un conforto in Alfred per il quale finisce per innamorarsi e assecondarlo nel piano di quest’ultimo contro Robert, che scoprirà tutto dopo un lunghissimo viaggio in America, supponendo, dopo aver trovato il diario di Alfred, di poter trovare tutte le risposte alle sue domande, ossia il famigerato trucco di Alfred, ma arrivato da Nikola Tesla, però scopre che non avrebbe trovato il trucco, ma che era stato bleffato, solo che, finanziando i progetti di Tesla che stava lavorando dei progetti scientifici rivoluzionari combinando l’elettricità come mezzo per la meccanica quantistica e la clonazione, ottenendo così un trucco apparentemente migliore di quello di Alfred, ma durante l’esposizione di questo trucco nelle sale Alfred cade in un inganno di Robert per rovinargli la vita per sempre.
Torniamo così alla scena iniziata dove Alfred viene condannato a morte giungendo così a un lieto fine con un plot twist non troppo imprevedibile, ma bello e soddisfacente.Non si capisce perché Alfred avrebbe dovuto portare Robert da Nikola Tesla e perché gli abbia dato l’occasione di ottenere una macchina per clonare così sofisticata e soprattutto rivoluzionaria dal punto di vista scientifico, sia per l’epoca, sia in relazione all’epoca contemporanea ed ai traguardi che ha raggiunto la scienza nel XXI secolo.Non viene spiegato bene e non è molto chiaro come Alfred abbia potuto clonarsi, ma fa parte delle strutture cinematografiche di Nolan, nel rendere confuse le sue opere nel tentativo di renderle più complicate, complesse e raffinate, dimostrando poca onesta intellettuale, ma, a differenza di altre sue opere come Inception dove c’è ben poco di complesso ma molto di confuso che par-in mera apparenza- che renda l’opera più complessa a livello artistico qua, in The Prestige si è molto contenuto, sotto questo aspetto, il che a reso l’opera molto più godibile e genuinamente complessa.
La struttura del film non è lineare, ma c’è una contrapposizione tra presente e passato nella scenografia, realizzata benissimo che rende tutto chiaro, e anzi, arricchisce la pellicola, rendendola meno piatta, struttura realizzata ad opera d’arte che, personalmente, mi ha ricardato la struttura di Tarantino adoperata in moltissimi suoi film, come “Le iene -1992” e “Pulp Fiction -1994”, per citarne alcuni.
Nessun voto al film perché reputo ridicolo dare voti puramente soggettivi a opere artistiche quali una pellicola cinematografica che in quanto forma artistica sono già soggettive e toccano tasti diversi in ogni spettatore, reputo «The Prestige» una bellissima pellicola ma né un cult, né un capolavoro, a mio umile avviso.











































































































































































































































































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Editoriale

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LIBERE DI ESSERE. Storie di donne vittime ancora oggi di violenze e di altre che combattono contro tutti.
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LE VIOLENZE MORALI e il BULLISMO
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