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PRIMO NUMERO ANNO 2018

Libero Grassi - Francesco Arcidiacono - classe IV F

Libero GrassiLa mafia, come ben sappiamo è un fenomeno che si basa sulla violenza.
Essa, particolarmente presente in Sicilia, è stata motivo di atroce dolore perché ha privato molti della vita, quanti figli di madre uccisi ingiustamente perché svolgevano il loro lavoro a testa alta … ricordiamo i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, concittadini nostri, emblema del “NO ALLA MAFIA” a Palermo. Purtroppo, la mafia ancora oggi è presente, ultimamente nel territorio bagherese ne abbiamo avuto la prova mediante atti vandalici e minacce in un luogo di culto. La mafia è un’organizzazione criminale che si arricchisce grazie al potere che ha nella politica, nella vendita di stupefacenti, in particolare con la richiesta del pizzo nelle varie attività commerciali, industriali e non solo; principali attività controllate dalla mafia sono gioco d’azzardo, gestione dei rifiuti, contraffazione, riciclaggio di denaro etc.
Il pizzo, nel gergo della criminalità mafiosa italiana, ma particolarmente siciliana, è una forma di estorsione praticata dalla mafia, che consiste nel pretendere una percentuale di denaro guadagnato dalle aziende per poi in cambio ricevere dalla mafia la cosiddetta “protezione” dell’attività commerciale.
Libero Grassi, noto negli ultimi vent’anni come “Uomo dalle giuste idee” fu un imprenditore italiano che dopo aver studiato scienze politiche e giurisprudenza, decise di stabilirsi a Palermo per continuare l’attività di commerciante del padre.
Libero era un Uomo giusto, contrario alla mafia e ad ogni sua opera. Stabilitosi alla guida della Sigma (l’azienda di famiglia) ebbe alcuni problemi con la fabbrica e dalla risoluzione di ciò egli ricevette minacce da Cosa Nostra perché pretendeva il pagamento del pizzo. L’imprenditore si rifiuta e da lì inizierà il calvario della lotta alla mafia che lo porterà alla morte, segno di “Vittoria”.
Nel giornale di Sicilia del 10 Gennaio 1991 Libero pubblica un articolo nel quale grida no al pizzo e no alla mafia, denunciando quindi i suoi estorsori. Grassi ebbe molti politici contro, tra cui anche il giudice catanese Luigi Russo, che affermò che non è reato pagare la “protezione” dei boss mafiosi, decisione definita scandalosa dallo stesso Libero Grassi.
Libero GrassiLibero sarà poi assassinato brutalmente con 4 colpi di pistola, il 29 Agosto 1991 nelle prime ore del mattino a Palermo mentre si reca al lavoro, a piedi. La lotta alla mafia di Grassi è orgoglio di noi siciliani, in parte estranei alle organizzazioni criminali di Cosa Nostra; l’operato di questo imprenditore è lodevole, perché come disse un grande giudice antimafia “chi parla viene ucciso una volta sola chi non parla muore ogni giorno”.
L’ottica mafiosa consiste proprio in ciò: l’omertà, il rispetto. La visione di Lucano (latinista dell’antica Roma) propone un mondo feroce (il mondo della mafia) dove il diritto e la giustizia sono schiacciati dalla violenza e il delitto è divenuto legalità. Ahimè, a distanza di secoli, la visione è molto simile se non uguale. La storia molto spesso si ripete e lo stesso Lucano lo conferma con la sua idea riguardante la giustizia. Il mondo, purtroppo è pieno di atrocità; ma l’importante è percorrere sempre la via dell’onestà, della purezza d’animo e della concordia nel rispetto di tutti. La visione di Lucano è concretamente l’operato della mafia, dove un delitto, se pensato per buone ragioni è giusto, dove la corruzione se è per arricchirsi è altrettanto corretta. La visione della mafia è proprio questa; pagare anche col proprio sangue la lotta al crimine e alla criminalità organizzata è orgoglio e vittoria, una vittoria coronata dal senso del dovere e dalla morte, che dà il significato eclatante al giusto operato e conseguenzialmente della vittoria.
Libero è stato uno di questi, che ha pagato col proprio sangue pur di non sottostare ai boss mafiosi, oggi a distanza di anni Libero continua a vivere nei nostri cuori e le sue idee sono per noi strumento morale per la nostra vita, in particolare per noi giovani; come cita lo stesso imprenditore “se tutti si comportassero come me si distruggerebbero gli estorsori”. Pertanto impegnamoci tutti a percorrere sempre la via della giustizia e del dovere, imitando coloro che hanno pagato col proprio sangue per il bene della popolazione tutta, ma soprattutto per vincere la lotta alla criminalità organizzata.

































































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