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PRIMO NUMERO ANNO 2018

Concorso HImoVie. - Gabriele Meli, Pierluca Salemi, Martina Sutera, Paula Chiappara - classe 3T

Concorso HImoVie

Nel nostro articolo vi vogliamo parlare di una bella esperienza vissuta durante lo scorso anno scolastico, esperienza che ci ha arricchiti e sicuramente ha cambiato il nostro modo di pensare con superficialità determinate questioni.
La partecipazione al Concorso HImoVie per noi è iniziata ad aprile e si è conclusa a ottobre con la premiazione che ci ha visti primi classificati ex aequo con l’Istituto Gandhi di Besana in Brianza. “HImoVie Informa” è una grande associazione che si rivolge ai giovanissimi, a ragazzi e ragazze in età liceale e, con la collaborazione di esperti, medici, scuole e famiglie, porta avanti una campagna di informazione su HIV e AIDS.
 Le strade per sensibilizzare i giovani sono: un concorso, rivolto ad adolescenti dai 15 ai 19 anni, e uno spettacolo teatrale itinerante per le scuole e rappresentato nelle principali città italiane.
La nostra avventura con HImoVie comincia ad aprile 2017, presso il teatro Don Orione di Palermo.
Quel giorno i ragazzi delle classi del Liceo musicale del nostro Istituto si esibirono brillantemente, suonando e cantando alcune canzoni dei Queen, per un motivo simbolico, in quanto il cantante Freddy Mercury è morto, anni fa, di AIDS. Durante lo spettacolo di quel giorno, ci colpirono le rappresentazioni di attori molto bravi che ironizzavano sull’argomento, certamente amaro, ma catturavano il nostro interesse per la dimensione intima e psicologica di chi è affetto da AIDS.
Il termine HIV viene usato per indicare un virus che può scatenare una malattia (AIDS). Di questo virus non si conosce né l’origine né la cura, ciononostante la medicina ha trovato dei modi per rendere il virus meno aggressivo “tenendolo a bada” e delle cure specifiche per le persone sieropositive (con il virus HIV).
 La malattia vincola il soggetto infettato diminuendone le forze a facendo vacillare la sua salute. Interferisce con il sistema immunitario limitandone l'efficacia, rendendo le persone colpite più suscettibili alle infezioni, ad alcune forme di cancro ed al deterioramento del sistema nervoso.
Questa vulnerabilità aumenta con il progredire della malattia. Quando l’HIV raggiunge il suo ultimo stadio, che prende il nome di AIDS, non può essere più trattato. La malattia può essere trasmessa in svariati modi che comprendono l’assunzione di cellule infette, attraverso il sangue, le secrezioni vaginali, lo sperma, il latte materno, i rapporti sessuali non protetti o l’uso di prodotti igienici personali che possono venire in contatto col sangue (come pinzette per sopracciglia, rasoio o spazzolino). Per questo si ricorda di fare molta attenzione anche quando si ha anche solo il sospetto di aver contratto l’HIV. Ultimamente, secondo dati divulgati nel mese di gennaio 2018, emerge che i casi di AIDS a Palermo sono notevolmente aumentati, allarmando seriamente i medici che, rispetto al 2017 si ritrovano con sessantacinque nuovi casi di pazienti affetti dal virus.
Una delle principali cause, che è anche una delle cause della contrazione del virus, è la disinformazione di massa sul fenomeno, frammentata fra chi non conosce i sintomi di chi può aver contratto il virus e chi, addirittura, non è a conoscenza del patogene. Quando abbiamo raccolto le interviste da inserire nel video con cui abbiamo partecipato al Concorso, siamo rimasti sbalorditi dalla scarsa informazione sull’argomento e dall’intolleranza nei confronti delle persone sieropositive. Andando in giro fra i quartieri della nostra città, ci siamo resi conto dell’ignoranza sull’ argomento: un ragazzo ha addirittura dichiarato che non riuscirebbe mai a trattare un soggetto affetto dall’ HIV come tratterebbe normalmente un suo amico per paura di contrarre il virus. Fortunatamente ci siamo imbattuti anche in persone più preparate sul tema, che hanno sollevato i nostri animi quasi arresi all’idea che nessuno conoscesse adeguatamente l’argomento HIV e AIDS. Parte degli intervistati si sono dimostrati sensibili all’ argomento e hanno anche condiviso esperienze personali, parlandoci di familiari o amici affetti dal virus. Questo ha rinsaldato la nostra convinzione secondo la quale anche i sieropositivi o chi ha sviluppato la malattia AIDS può vivere in modo sereno e dignitoso, circondato da persone pronte a sostenerli. Prima di raccogliere le interviste, con la nostra prof.ssa Sidoti, che ci ha seguiti in questo percorso, avevamo approfondito la dimensione psicologica di un malato di AIDS, attraverso la visione del film Philadelphia, avevamo visto vari filmati e portato avanti dibattiti in classe, soffermandoci soprattutto sul rapporto adolescente-HIV.
Chiaramente abbiamo ipotizzato situazioni-tipo che potrebbero capitare a tutti, situazioni a rischio per la nostra salute e quella degli altri, dove la sicurezza è fondamentale. Inoltre abbiamo lavorato a lungo per individuare delle domande tipo da rivolgere agli intervistati, in modo che comprendessero con facilità e ci dessero risposte ben precise. Durante la premiazione, avvenuta il 3 ottobre presso il liceo Galileo Galilei di Palermo, era presente anche la nostra Dirigente Scolastica Pia Blandano e alcuni Professori del nostro Istituto, e questo ci ha resi orgogliosi del nostro lavoro. Ci siamo confrontati con gli altri vincitori del concorso, ragazzi come noi, provenienti da tutta Italia, i quali hanno realizzato altri video di interviste o cortometraggi molto belli che ci hanno toccato molto, rendendo quest’esperienza ancora più arricchente. I video degli altri ragazzi, montati in modo quasi professionale, sono stati capaci da far entrare nel personaggio del cortometraggio chiunque guardasse, riuscendo a fare percepire tutti i sentimenti, i pensieri, le paure e la sofferenza di un individuo che contrae l’HIV e per questo viene emarginato e escluso dalla normalità della vita. In conclusione, il nostro è stato un percorso lungo e un po’ difficile a volte, per la vastità delle riflessioni drammatiche che abbiamo fatto, ma è stato anche costruttivo, perché ha messo in allerta tutti noi, che di solito andiamo alle serate per divertirci, anche con leggerezza, senza pensare molte cose. Abbiamo riflettuto su quelle coppie che vorrebbero sperimentare il sesso non protetto, sulla necessità di un esame per essere sicuri di non aver contratto il virus HIV.
Questo progetto ha dato una sicurezza e una motivazione in più a tutti noi per combattere e informare gli altri su questo virus, al fine di prevenire la sua diffusione, e ci ha aiutati a comprendere l’importanza di stare vicini a coloro che hanno già contratto il virus. È stato bello collaborare tra noi, ci siamo scambiati idee, riflessioni e ci siamo confrontati per realizzare un unico grande lavoro di cui andiamo orgogliosi.



























































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