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La festa del papà: un'occasione per riflettere

papà con il figlioAnche quest'anno, seppure in tono minore e con meno regali a causa della crisi economica, tanti bambini hanno festeggiato la ricorrenza. Festa del papà e non del padre: che differenza c'è?Il papà è una versione più moderna, meno austera di un ruolo assolutamente fondamentale nella vita di ciascuno di noi.
Il padre è sempre stato molto importante per ogni bambino fin dalla più tenera età: il padre è quello che rincuora e che racconta le storie, la persona che ha sempre un buon consiglio e che ci protegge, nascondendo ai nostri occhi le cattiverie del mondo; spesso il suo sguardo vale più di 1000 parole. La sua figura si è evoluta nel tempo, passando da un modello genitoriale autoritario ad uno più permissivo. Nei primi anni della vita del figlio resta sempre in secondo piano, oscurato quasi permanentemente dalla figura materna che ha il compito di svezzare il bambino nel senso letterale e figurato della parola. Ma già dopo il primo anno di età il padre scende decisamente in campo, insegnando al bambino a comportarsi nella vita, a cavarsela da sé nei problemi quotidiani, a rispettare il proprio corpo, a comportarsi con gli altri..
Quello del padre è un tema abbastanza discusso in letteratura, molti autori lo trattano, c'è chi lo acclama, chi lo odia, a seconda delle esperienze vissute dai vari autori in gioventù e del rapporto che ognuno aveva con il proprio padre. Ovviamente, anche numerosi autori sono stati padri di figli, ne è un esempio Giosuè Carducci, il quale definisce suo figlio come l'unico fiore della sua vita.
C. Sbarbaro dimostra nei suoi testi un amore incondizionato nei confronti del proprio padre, arrivando addirittura a sostenere che se anche fosse stato un estraneo lo avrebbe sempre amato; da ciò si può dedurre l'esperienza positiva che ebbe con suo padre che viene presentato come una persona sempre dolce e attenta.
Ma chi potrebbe dimenticare il “Principe padre” e la storia di Gertrude? Una ragazzina viene plagiata dal proprio padre fin dalla più tenera età,obbligata a giocare con bambole che vestivano i panni del clero, così da spronarla in età adulta a diventare monaca, il tutto ad esclusivo vantaggio del patrimonio paterno.
Lettera al padreFranz Kafka in “Lettera al padre” esprime nei confronti della figura paterna contemporaneamente paura e ammirazione, presenta suo padre come un essere superiore, di successo negli affari e dotato di forza fisica maestosa, al punto da suscitare nel figlio paura e senso umiliante di inferiorità.
Sono esperienze diverse, ma tutte legate da un unico punto in comune ovvero quello della figura paterna che ha influito più o meno negativamente o positivamente nella vita di ognuno degli autori o dei personaggi citati.
Ciò è la dimostrazione del fatto di quanto il padre possa essere importante nella vita di ognuno di noi, di come possa aiutarci a crescere o farci soffrire, contribuendo a renderci speciali.
Conoscere il padre è importante, chi non ha mai conosciuto il proprio soffre della mancanza di una parte di sé.
Quante volte ci è capitato di soffermarci sulle mancanze dei nostri padri? Quante volte ci è capitato di pensare frasi del tipo “ perché non ci sei stato quando ho avuto bisogno?” oppure,” perché non mi hai voluto bene quando te l’ho chiesto?”
Non dovremmo serbare rancore nei confronti dei nostri genitori, Roberto Assargioli sosteneva: “ ognuno può educare soltanto nella misura in cui è stato educato, non sono ammesse eccezioni”,
perciò non dovremmo biasimare i nostri genitori, sono sempre esseri umani, sono l'arco da cui scoccano le frecce chiamate figli, il loro compito è quello di educarci, ma possono farlo soltanto nei limiti delle loro possibilità.

Daniele Biondo IV U



























































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