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“Una mamma in Addiopizzo”

Recensione del libro

pizzino di addiopizzoTutto cominciò la sera del 28 Giugno 2004 a Palermo, quando Ugo, il figlio di Anna Maria Santoro, autrice del libro “Una mamma in Addiopizzo” si ritrovò con un gruppo di amici per attaccare sulle mura della città degli adesivi che riportavano questo slogan: “ Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Il giorno dopo sia telegiornali che quotidiani parlavano del fatto accaduto ma non riuscivano a capire chi fossero gli autori. I ragazzi lasciarono allentare la tensione che si era creata nella gente rimanendo nell’anonimato ma entrarono in contatto con la FAI e con la vedova di Libero Grassi. Anna, che fino a quel momento era rimasta scettica sulla scelta del figlio e dei suoi amici, durante il tredicesimo anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, comprese finalmente che l’impegno di quei ragazzi, sebbene rischioso, era indispensabile per risvegliare i cittadini da un torpore che li aveva per troppo tempo sottomessi al pizzo. Il primo approccio di Anna Maria Santoro con un atteggiamento mafioso avvenne quando riuscì a tenere testa al padre si una sua alunna, che era coinvolto in affari poco leciti. Il coraggio provato nell’affrontare la situazione, provocò in Anna un senso di orgoglio e di sicurezza.

Contro il pizzo cambia i consumiNel 2005 nacque una nuova campagna denominata “Contro il pizzo cambia i consumi”. Essa si proponeva di procedere su due fronti: quello dei consumatori, cioè dei cittadini che si sarebbero impegnati ad acquistare presso negozi che non pagavano il pizzo e quello dei commercianti che avrebbero sottoscritto di non pagarlo. Grazie a questo progetto Anna cominciò a darsi da fare raccogliendo firme e raggiunto il numero tanto auspicato, il 19 Maggio 2005 presentarono la campagna per il consumo critico e uscirono dall’anonimato. Con il comitato Addiopizzo si formarono anche altri gruppi: quello scolastico, quello del consumo critico, quello della stampa e quello degli Eventi. Da una delle numerose riunioni del gruppo scuola nacque l’idea di fare una festa pizzo-free indirizzata a tutta la città, dove sarebbero stati presenti solo stand di commercianti che non pagavano il pizzo. Nel settembre 2006 al rientro dalle vacanze nacque il “Comitato Addiopizzo Junior” di cui facevano e fanno ancora parte gli alunni che frequentavano la quinta elementare dove insegna Anna Maria Santoro. Quei ragazzi cominciarono immediatamente a darsi da fare e il loro impegno fu riconosciuto dall’incontro con il Pres. della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione dell’inaugurazione degli anni scolastici 2007-08 e 2010-11 e dall’incontro con il Papa che in quella circostanza definì la mafia “una strada di morte che bisogna avere il coraggio di combattere”.

La storia si questa scrittrice però, non si conclude con il libro, ma continua, anzi sta continuando proprio adesso. “Una creatura unica e speciale” ecco come definisce il comitato Addiopizzo, a cui senza ombra di dubbio tiene moltissimo dal momento che vi lavora e combatte tanto. Con questa testimonianza Anna Maria Santoro insegna che la paura si può vincere, che tutto si può fare e che gli adulti possono arricchirsi attraverso le scelte dei giovani. Per concludere bisogna soffermarsi su una dichiarazione che deve far riflettere tutti affinché non si perda mai la speranza in quello per cui si lotta: “Vorrei che nelle cose in cui diciamo di credere, credessimo davvero, perché sono certa che solo in questo modo riusciremo a farcela.”

di Silvia Spinosa  II F

INTERVISTA DI ROBERTA BELMONTE II E

































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